Poi ha guardato i tag e mi ha segnalato un errore: il verde entrava nel giallo là dove era previsto che i colori non si mischiassero. "Quando si sbaglia è difficile correggere: l'acquerello non perdona", mi ha spiegato, "Se si sbava tra colori simili si può cercare di grattare via l'errore con il pennello imbevuto di sola acqua, continuando a pulirlo nello straccio, e si finisce comunque per grattare la carta -del resto in certi casi è un effetto voluto-, ma, se il colore che sbava è uno freddo come il verde o l'azzurro su uno chiaro come il giallo, è un disastro".
Poi mi ha spiegato un trucco: usare in primo piano i colori più densi, magari caldi contro lo sfondo di freddi, ma non necessariamente; basta che siano più densi al contrario di uno sfondo più tenue e pastello. Questo fa emergere il disegno, e me ne ha dato subito la dimostrazione. Ha passato allo scanner il disegno My heart (ve lo ricordate?), dove il colore del cappotto era troppo simile a quello dello sfondo, e l'ha scurito con il computer. Non fate caso se pare artificiale,
Poi siamo passate al disegno: mi ha fatto iniziare una grossa tavola. Soggetto: me. Hi hi! Sì, mi riconosco molto in questa mora con un libro in mano e i gatti che la assaltano, persino i capelli sono come li ho portati per anni, e quel riccio è più o meno il mio. Comunque sia, l'ha disegnato lei reinterpretandolo e cercando la linea giusta fra le mille dello schizzo, poi ha copiato al vetro perchè la linea risultasse il più pulita possibile: l'acquerello deve riempire gli spazi, non si deve mettere in difficoltà il pennello, perchè è già sufficientemente complessa, come tecnica. Poi abbiamo usato il caffè per lo sfondo (sono rimasti micorgranelli scuri che mi piacciono molto) e ha commentato mentre io coloravo. Stendere una campitura è complesso perchè il colore asciuga in fretta lasciando macchie, così bisogna correre, ma mantenendo la precisione dei dettagli (le dita) e rispettando il bordo di contenimento. "Sempre procedere con un solo fronte -ha detto-, perchè già è difficile mantenere omogena la velatura con un solo fronte di avanzamento del colore; se si iniza dal centro del foglio e si procede un po' sulla destra e un po' sulla sinistra, è la fine". Sempre tenere una fonte di luce, ha detto inoltre, mostrandomi come ombreggiare il viso. E' complesso e dice di aiutarsi con foto di oggetti o persone nella stessa posizione e luce, all'inizio, perchè si tratta anche di conoscenze di anatomia e perchè la luce, come il colore, fa scherzi strani e va trovata sul foglio lavorandoci. Osservate la foto: ogni singola ombra del viso è meditata, tenendo presente il lampadari (fonte di luce) e le parti del viso che sono più lontane dalla fonte (il lato destro del viso perchè "gira") o che sono in ombra a causa di altre parti (il naso crea ombra) o perchè concave (sotto l'occhio). "La guacia crea un triangolo", ha aggiunto. Complesso, eh?
Per oggi abbiamo finito, miei cari... spero di essermi appuntata tutto quello che mi ha spiegato!
* Esempio di libro meraviglioso: acquerelli di fate catturate schiacciandole nelle pagine del libro:
http://hellllloworld.blogspot.com/2010/05/lady-cottingtons-pressed-fairy-book.html